Quelli che contano.
Ci sono dei giorni in cui i pensieri si affollano, si confondono ed io cerco di fare, di dare un senso ad ogni singola parola, ad ogni significato di ciò che succede, ma poi mi perdo nella ricerca di ciò che sono o come sono fatto.
Mi perdo nella lista delle cose da fare e così strappo i fogli e riprendo a scrivere.
Il pensiero è fugace e volte giudicante e da voci ad esperienze che non ho realizzato ma che sono comunque nella mia mente: io li chiamo sogni da realizzare.
Mi perdo davanti alla scelta della punteggiatura o del fluire delle sensazioni; per alcuni è un’accozzaglia di parole senza alcun significato, per altri invece è la voce della mia coscienza.
Ma come fai? A chi le dedichi?
Oggi queste domande mi riempiono il cuore di gioia e di pace e mirano all’assoluzione di ogni giudizio.
Quello che so è che quando scrivo rendo leggero il mio corpo dai pesi: dai piedi ai miei occhi stanchi, mentre corro, corro sempre e poi sbando.
Quando io scrivo sventro lo stomaco in cui sono rinchiuse le mie emozioni, quelle che tengo nascoste al buio.
Poi mi soffermo su altre parole di un amico, non proprio un caro amico ma che si appresta a diventare tale: “io voglio aiutarti affinché tutti possano conoscere questa tua capacità di comunicare”. Parole che mi spiazzano e non lasciano il tempo al respiro di lasciare il mio corpo. Sono senza parole e poche volte mi capita, soprattutto per me che le identifico come un canale.
Ebbene sì, questa notte, con il cuore leggero e lo stomaco sventrato, vivo la consapevolezza che al mondo esistono persone che non solo ti ringraziano per ciò che sei e che fai, ma che sono disposte ad aiutarti e ti sostengono perché credono in te, nella reciprocità di uno scambio affettivo.
Ed io credo che queste persone con l’animo nobile ed esente da qualunque titolo conoscono la sofferenza e non hanno il timore di fermarsi, perché hanno il coraggio di credere e la lealtà di restare; soprattutto quando tu fai a pugni con te stesso.
Quante persone si fermano con noi nella vita? Se siamo fortunati, poche.
Se siamo noi stessi, restano quelle che contano e che ti salvano.
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